Collana: Psicotopia, 01
Formato: 12,5 x 19 cm, pp. 219
ISBN 9788898 186402
USCITA: 25 aprile 2020
€ 16,00
Scritto più di vent’anni fa, questo fiammeggiante romanzo fu pubblicato da Fazi col titolo Il dio femmina stuprato nel bosco. Unico nel panorama del tempo, fu candidato allo Strega e quindi tradotto in tedesco; ma come spesso capita fu spinto da parte da titoli più di cassetta. Allora, oltre che originale, era un libro molto innovativo – forse troppo. Rileggerlo oggi offre la possibilità goderne con maggior distacco, perché molte cose sono cambiate (non tutte in meglio, sia chiaro). Per esempio: Maria Gimbutas nessuno sapeva chi era (qualcuno ora lo sa), e gli alberi vengono oggi rispettati (anche se spesso solo a parole). Le divinità arboree – proprio come la Grande Madre – un tempo erano conosciute solo da psicologi del profondo e studiosi delle religioni, mentre oggi queste entità numinose vengono idolatrate dai nuovi culti dell’homo destructor, sempre ansioso di rinnegare le proprie colpe. Oppure guardiamo alla genetica: vent’anni fa era un mistero per iniziati, e non l’abicì che è diventato oggi (pur capendone il cittadino medio nulla, proprio come allora). Ricco d’ironia e di giocosi balzi in avanti, a mordicchiare il pudore del lettore, il romanzo continua a provocare i nostri costumi mentali e sessuali, oggi mutati (forse) in atletismo, sdoganando i segni di una mutazione sociale in vorticoso movimento.