Questa raccolta di poesie dà voce a tutti coloro che non hanno diritto di parola
ma hanno gli stessi diritti degli umani: i crinali appenninici del Mugello, i boschi,
gli animali e in primis, l’aquila Gaia, ormai simbolo locale, con il suo volo libero.
Per chi possiede anche un minimo di coscienza ecologica la domanda sorge
subito spontanea: come è stato possibile che i politici toscani e romagnoli abbiano
deciso di prevedere in quei luoghi un progetto finalizzato alla produzione
di energia elettrica e alla cosiddetta “transizione ecologica”, legato
alla costruzione di 7 pale eoliche alte ben 170 m, strade di servizio e infrastrutture
varie che insieme a estesi disboscamenti violenteranno per sempre i crinali
del Mugello, peraltro corridoi ecologici importanti per la salvaguardia del vicino
Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi?
(dalla Presentazione di S. Panzarasa)
«La posizione di chi scrive poesie non è più, dati i tempi, quella del romanticismo,
ma lo è ancora; in questa sua folia poetica la profetessa esprime oggi non un sé
ma un noi, che va al di là dell’umano e dà voce a una comunanza condivisa,
base per tutti i viventi. Cos’è altrimenti la vita se non questo, respirare e sentire,
ciascuno a modo suo, in questo mondo? E la camminata induce, tra respirazione
e moto di gambe, a uno stato di coscienza altro, più alto e vivo, che attira
naturalmente verso la montagna selvatica, che induce un’estasi silenziosa ma ricca
di parole, a volte in solitaria, altre volte in compagnia, come sanno benissimo
i camminatori; così le baccanti di Euripide scappavano dai vincoli asfissianti
della società umana, per onorare con culti misterici Dioniso, dio della natura
in tutta la sua forza. Il bosco, il crinale, è dunque anche luogo d’esperienza estatica,
iniziatica, un altrove bello ed elevato, mistico (dal greco mystés, che era appunto
l’‘iniziato ai misteri’), e non l’ennesimo sito per impianti industriali, cimiteri
meccanizzati e inquinanti.»
(dalla Nota dell’editore)