«Con il progetto Disability Glam voglio far parlare il bello. Il bello è ovunque, è nell’eterogeneità dell’esistere, saperlo cogliere è nostro dovere. Attraverso l’educazione al bello possiamo scansare chi lo nega, chi ci propone al suo posto versioni contraffatte e volgari che ci imbruttiscono». «Sta a te lettore decidere come usare questo libro e questo lavoro. Io sono stato soltanto un umile artigiano. Ho agito come un artigiano che costruisce una sedia e non si chiede come verrà utilizzata. A deciderlo è il suo pubblico, e tu sconosciuto lettore che sfogli le pagine di questo volume dovrai decidere cosa fare di questi corpi e di queste anime.» Gianfranco Falcone
Silvia Gallerano - La nudità per scelta, l’atto di mostrarsi per quello che siamo, spogliati delle etichette, del pregiudizio sui nostri vissuti, offre a noi che guardiamo il privilegio di vedere i corpi dei protagonisti del progetto finalmente come individui. Ho spesso la sensazione quando si parla di disabilità, che la malattia, l’incidente, prendano tutto lo spazio e che le persone ne siano completamente oscurate. Finalmente in queste foto percepisco degli individui che hanno gusti, preferenze, che provano piacere.
Lina Prosa - Disability Glam tenta il colpaccio di ridare democrazia agli occhi. Allo sguardo. Straordinaria l’idea di tornaread amare ciò che agli occhi è vietato: il corpo è destrutturato e si ripresenta affascinante nella vanità divina di farsi opera d’arte. Esplodere ancora una volta.I corpi “disability glam” sono clandestini, varcano il piano estetico attraverso arrampicamenti sconosciuti, scatti improvvisati, gestualità amorevole e sensuale.Permettono a una sedia a rotelle di farsi spazio scenico, o di iscriversi in una geometria astrale, significare un’Orsa maggiore o una minore, a seconda della rotazione fisica del corpo.
Gianfranco Falcone è nato a Milano, nel 1961. Nel 2014 è stato colpito da Guillaume Barré, una malattia autoimmune che con grande fatica è riuscito a sconfiggere, uscendone a rotelle. «Sono uno psicologo di 62 anni. Oltre a occuparmi dei miei pazienti viaggio e scrivo. Miei articoli sono comparsi su Mentinfuga, Left, L’Espresso, il manifesto. Il mio ultimo romanzo pubblicato è 21 Volte Carmela. Quando non mi bastano le parole fotografo. Se non faccio nessuna di queste cose mi annoio e curo distrattamente la mia tetraplegia. Quando mi chiedono che cosa faccio e chi sono ho sempre un momento di imbarazzo. Spesso rispondo che cerco di divertirmi, ma l’imbarazzo non passa.»