«Generalmente l’immagine che abbiamo dell’agricoltura è quella di un campo coltivato. Abbiamo questa immagine perché è quello che siamo abituati a vedere, ma se guardiamo una foto aerea di un castagneto da frutto inserito in un ambiente naturale, quale può essere il pendio di una montagna o di una collina, facciamo fatica a distinguerlo dal bosco circostante. Questo perché tale coltura è quella che più si avvicina al bosco in sé e per sé. Spesso le marronete e i castagneti sono inseriti come piccole particelle di poche migliaia di metri quadrati tra le altre aree del bosco, e la linea di demarcazione non è così netta. (…) Attualmente in Italia il castagno copre circa il 10% dell’intero patrimonio boschivo, con una superficie di circa 800 mila ettari, dei quali circa 140 mila sono castagneti da frutto coltivati. Il resto è bosco di ceduo selvatico. Le regioni con il maggior raccolto sono Campania, Toscana e Piemonte.
«Qualcuno dice che raccogliere marroni è come una febbre. Le piante non aspettano, quando i frutti sono maturi cascano, e se si lasciano in terra troppo non va bene, possono marcire e possono essere mangiati dai cinghiali nella notte.
La raccolta è una corsa.
«Nelle annate buone c’è un senso di abbondanza che sovrasta tutto. I marroni cascano dall’alto, ma sembra caschino dal cielo, come fossero gocce di pioggia. È una sensazione magnifica che pare non debba finire mai.
«Portare i nostri sacchi al mulino, buttare il frutto di tanto lavoro nella tramoggia e aspettare che la macina, girando, inizi a far cadere la tanto attesa prima farina! Il profumo che sale fino al naso darà subito informazioni preziose, e con le dita porteremo alla bocca il suo sapore.
«le castagne rispondono alle esigenze dei consumatori orientati verso cibi che apportino sostanze biologicamente attive (…) Dal punto di vista nutrizionale sono simili al frumento e al riso e perciò sono state definite “il cereale che cresce sull’albero”.
«La cosa curiosa è che la castagna, nonostante secoli di consumo, a quanto pare non è mai stata fermentata. (…) abbiamo fatto prove ed esperimenti, e ora ne proponiamo i risultati – di cui siamo anche assolutamente soddisfatti! – con lo spirito di lanciare un’idea e aprire una porta a qualcosa di nuovo e innovativo.
I nostri risultati sono quindi solo l’inizio di un percorso di sviluppo che, con il contributo che potranno portare la creatività e le conoscenze di altri, potrà crescere e migliorare, verso prospettive ancora del tutto ignote.