mercoledì 5 febbraio 2025
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Wolfgang Schmidbauer, LA MIA TOSKANA-FRAKTION

Un sguardo retrospettivo sui miei 60 anni in Mugello

Wolfgang Schmidbauer, LA MIA TOSKANA-FRAKTION
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Wolfgang Schmidbauer, lo ha dichiarato il Magazin della Suddeutsche Zeitung, presentando nel giugno 2024 una versione abbreviata di questo testo, è oggi uno dei più importanti psicologi della Germania. Sappiamo che la psicologia tedesca da sempre fa scuola nel mondo, eppure Schmidbauer in Italia, forse per l’originalità della sua figura poco inquadrabile, è quasi del tutto sconosciuto. Un suo saggio, in polemica con Konrad Lorenz su questioni di ideologia ecologica, venne tradotto da Laterza nel 1978, la sua tesi di dottorato è apparsa nel 2004 presso Magi, un piccolo editore di settore, e da ultimo Montaonda nel 2017 ha presentato il suo Una casa in Toscana. Il breve scritto che proponiamo ora ritorna, dopo altri sette anni, sul tema a noi caro della ricerca di un equilibrio nella natura.

La scrittura di Schmidbauer si serve di molti registri e, per quanto armoniosa e chiara, non è sempre di semplice comprensione. Una frase può inaspettatamente aprire paesaggi poetici, e la successiva sintetizzare ragionamenti teorici, o creare collegamenti e ponti che richiedono al lettore verifiche e approfondimenti non comuni. Questo non avviene solo per la sua fisionomia di pensatore di frontiera, sempre rivendicata con orgoglio: le frontiere che ama varcare sono linguistiche, antropologiche, sociologiche, storiche, estetiche e, in ultima istanza, filosofiche. Parla di sé – l’elemento autobiografico va a rafforzare l’elemento noetico, e il soggettivo viene presentato con lucida sensibilità - ma lo fa per presentare tematiche che sono a un tempo universali, locali, culturali, naturali. Tra le molte luccicanti sfaccettature di questo testo prezioso vale segnalare la novella del vignaiolo elbano, incastonata in poche righe, che suscita nel lettore reminiscenze bibliche (e poco oltre compare pure il Messia, chiamato in causa in una riflessione del tutto laica, poiché lo considera appunto un problema identificativo). Della realtà che incontra Schmidbauer propone una lettura aperta, esperta per quei sessant’anni di storia dalla cui altezza contempla il mondo del Mugello, con i suoi popoli e le sue trasformazioni. Spera insieme a noi che quelle vigne – e queste terre - vengano almeno in parte recuperate, forse con nuove macchine più agili, per produzioni più ambiziose – ma senza perdere d’occhio la Terra.
La distanza tra umano e selvatico per lui, antesignano dei movimenti ecologisti, è sempre stata una costante, e si può vincere soltanto con temporanee e rispettose immersioni nella Wildnis, pagando ogni volta il biglietto d’ingresso per accedere a questi momenti di vera estasi mistica, iniziatica. Questa è a nostro avviso la più grande attualità del pensiero di Schmidbauer, padre – e ora nonno per i più giovani – di quanti, ormai di seconda e forse terza generazione, cercano un ritorno autentico alla Terra e a se stessi.
(dalla postfazione di L.Vitali)

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